Le inserzioni pubblicitarie rappresentano la prima vera forma di pubblicità moderna, nata verso la fine dell’800.
All’inizio esse consistevano in piccoli annunci che comparivano nell’ultima pagina dei giornali, ma si trattava di annunci solo informativi: è il caso del dentista Rocchetti (1894) che utilizza le inserzioni per comunicare alla propria clientela il luogo (farmacia) e il tempo delle visite.
Successivamente le inserzioni si evolvono, le strategie di comunicazione impongono un uso più diretto delle frasi di pubblicità e nascono i primi slogan: la farmacia G. B. Orsini (1913) per identificare i propri prodotti si inventa “le pastiglie San Paterniano” contro la tosse ed i raffreddori e “l’Elixir china del Metauro”, un liquore tonico e digestivo.
Ancora. Le inserzioni si trasformano, gli slogan sono sempre più arguti e sofisticati, diventando più leggibili, variando il carattere e la dimensione: è il caso dei Magazzini Aprili (1921) che per meglio vendere i mobili si inventano l’accattivante frase: “Volete spendere bene il vostro denaro? Visitate i magazzini Aprili”, altri come Antonio Anelli (1937) sostiene: “Chi più spende meno spende” precisando… “si preferisce questo negozio perché fornito solo di merce di qualità ottima”.
Nella vastità delle inserzioni non mancano gli annunci curiosi, come quello di Crescentino Giovanetti (1911) che per pubblicizzare i propri liquori, avverte che, i suoi prezzi sono “d’impossibile concorrenza” o quelli dell’armeria Mazza (1937) che ricorda ai cacciatori… “la cartuccia più economica non è quella di minor costo ma è quella che più uccide”.
In alcuni casi, le decorazioni floreali impreziosiscono le scritte che si semplificano e vengono inseriti i premi vinti dalla ditta, le società affiliate e le medaglie ottenute alle varie esposizioni: è il caso della tenuta Diana (1909) che nell’inserzione ricorda che è stata premiata da “4 medaglie al merito agrario”..